Corisa/4, i 62 dipendenti verso il licenziamento

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Vallo della Lucania | l'impianto sarebbe in vendita: bloccato lo stop dell'elettricità

Corisa/4, i 62 dipendenti verso il licenziamento

Operaio ha tentato di colpirsi con un coltello nel corso dell'incontro

di Nicola Salati

Una protesta messa in scena dai lavoratori del Corisa/4 all'interno dell'impianto
Una protesta messa in scena dai lavoratori del Corisa/4 all'interno dell'impianto

VALLO DELLA LUCANIA | Sarebbe in vendita lo stabilimento del Consorzio Smaltimento Rifiuti Salerno/4 ubicato a Casal Velino. A scoprirlo i lavoratori che avanzano dal Consorzio ben sette stipendi dallo scorso anno, mentre altri due sono stati accumulati nell’anno in corso. La notizia del passaggio dell’impianto, «vero e proprio gioiello – continuano a sostenere gli operai – che però non vuole esser sfruttato al massimo da chi detiene il potere», è giunta, quasi inaspettata, ai lavoratori che erano riuniti in un’assemblea per decidere le azioni da mettere in campo nel prossimo futuro per rivendicare gli arretrati stipendiali. Proprio nel corso della partecipata e movimentata assemblea sono infatti arrivati dei tecnici che avevano come compito quello di staccare la luce elettrica all’impianto. Solo grazie al pronto intervento dei presenti si è riusciti a far desistere i due dal compiere un atto che avrebbe messo per sempre la parola fine alle attività del Corisa/4. Sempre in quel frangente la rabbia operaia si è racchiusa in un gesto che sa molto di disperazione: «Uno di noi – hanno rivelato gli altri operai – si è presentato con un coltello con l’intenzione di compiere un gesto eclatante sulla sua pelle pur di richiamare l’attenzione delle autorità preposte sulla vertenza che ci riguarda».

LETTERA SENZA RISPOSTA | Infatti dopo l’incontro avuto a Vallo della Lucania con i sindaci del circondario, nulla è stato più fatto: «Qualche giorno fa abbiamo deciso di inviare una nota – aggiungono gli operai al limite della disperazione – ai primi cittadini cilentani, al Prefetto di Salerno, alla Provincia e alla Regione ma nessuna risposta ci è stata data. Significa che le promesse che ci sono state fatte sono solo parole al vento e che di concreto c’è davvero poco». Allora i 62 dipendenti hanno lanciato un ultimatum: «Tra oggi e domani ci aspettiamo di avere un ulteriore incontro con i vertici del Consorzio e della Yele spa, poi se vediamo che cercano di non scansare un confronto o se continuano con le solite promesse senza costrutto, da lunedì metteremo in campo tutte le azioni che riterremo più opportune per tutelare i nostri diritti. Fino a oggi è stata calpestata la nostra dignità senza alcun ritegno – hanno concluso gli operai – così non abbiamo nulla da perdere. Dopotutto abbiamo dovuto anticipare anche la benzina per venire a lavorare senza che nessuno si è preoccupato minimamente di reperire qualche fondo per dare un po’ di respiro alla nostra disperazione quotidiana che inevitabilmente si riversa sulle famiglie».

Venerdì 8 marzo 2013

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