di Nicola Salati
SALERNO | Una linea urbana su ferro ideata trent’anni fa e già finanziata per oltre 55 milioni di euro, buona parte dei quali già spesi per realizzare sette delle otto stazioni inizialmente previste e ora lasciate al completo abbandono. Un’infrastruttura strategica per il trasporto pubblico locale, grazie alla quale sarebbe possibile risparmiare 669 kg di Co2 al giorno, ben 244 tonnellate di Co2 all’anno rispetto all’uso di mezzi propri su gomma, riducendo così l’inquinamento atmosferico. Si potrebbe non solo migliorare la qualità della vita dei cittadini salernitani, ma alleggerire anche i loro bilanci economici.
DOSSIER | A fotografare i numeri di questo fallimento è il dossier «Alla ricerca del binario 9» realizzato da Legambiente Campania e presentato in occasione dello stazionamento sui binari della stazione centrale del «Treno Verde». Una cronistoria degli ultimi trent’anni: da quando l’allora ministro per le aree Urbane fece deliberare dal Cipe il finanziamento per l’infrastruttura (anni Ottanta), passando per l’avvio dei lavori nel dicembre del 1999, all’inaugurazione (settembre 2002) dell’unica stazione attualmente in funzione, la «Duomo-via Vernieri», fino agli sviluppi più recenti e all’apparente rinnovato dialogo tra Comune di Salerno e Regione Campania per superare tutti gli ostacoli tecnici che si frappongono all’attivazione del servizio ferroviario che doveva servire il capoluogo in direzione est-ovest. Legambiente ha cercato di percorrere quegli otto chilometri di strada ferrata che dal centro storico della città di Salerno conducono alla zona dello stadio Arechi. La metropolitana è annunciata ovunque, anche nella stazione centrale di piazza Vittorio Veneto. Le stazioni sono tutte pronte, o quasi, ma lasciate al completo abbandono. Cattedrali nel deserto, progettate e realizzate nei quartieri più popolosi della città per servire un bacino previsto di 25mila utenti a stazione. Diventate, in alcuni casi, piccole discariche di rifiuti o pubblici orinatoi. Negli anni passati sono già state oggetto di un primo intervento di riqualificazione, ma visto il degrado in cui versano saranno ora necessari altri interventi di manutenzione prima di poterle aprire al pubblico. Apertura che, si spera, potrà avvenire entro l’estate, così come Comune e Regione hanno recentemente annunciato.
LEGAMBIENTE | «In questi anni – dichiara Michele Buonomo presidente di Legambiente Campania – abbiamo assistito a inaugurazioni di binari e stazioni, abbiamo accolto con favore annunci di imminenti aperture e denunciato con preoccupazione i balletti di responsabilità tra Comune e Regione. Ora non più tempo delle promesse: siamo di fronte ad una delle poche opere pubbliche che ha già avuto un importante finanziamento, che ha tutte le carte in regola per poter essere avviata, ma è bloccata a causa dei mancati accordi tra gli enti competenti. Si tratta di un’infrastruttura strategica per l’intera provincia di Salerno e che in un periodo di forte crisi per il trasporto pubblico locale potrebbe rappresentare una svolta, una speranza in più per vedere finalmente realizzato anche in questa città un sistema di mobilità urbana sostenibile, sia per l’ambiente che per i bilanci economici degli stessi utenti, costretti a spostarsi quasi unicamente con mezzi privati. Per questo – prosegue il presidente dell’associazione ambientalista – Legambiente lancia un appello al Comune di Salerno e alla Regione Campania affinché questo sia finalmente l’anno buono per dotare Salerno e tutta la sua provincia di un servizio di metropolitana leggera, ormai improcrastinabile per una città che punta a migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti».
Lunedì 18 marzo 2013
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