di Nicola Salati
ASCEA | Due anni di reclusione al primario dell’ospedale Pertini di Roma Aldo Fierro. La condanna in primo grado per la morte di Stefano Cucchi è stata resa nota ieri dai giudici della III Corte di Assise che hanno accusato il primario, nato a Mandia di Ascea nel 1949, per omicidio colposo insieme ad altri suoi quattro colleghi.
DECISIONE | I giudici romani si sarebbero conformati alla maxi-perizia dello scorso dicembre che diceva: «I medici dell’ospedale Sandro Pertini, con condotte colpose o con imperizia o con negligenza, non hanno saputo individuare la patologia da cui era affetto il paziente Stefano Cucchi, di cui ne sottovalutarono le condizioni l’evento morte era prevedibile». A pagare quindi le conseguenze più gravi della condotta è Aldo Fierro, stimato professionista cilentano, che è responsabile dell’assistenza nel reparto di detenzione del “Sandro Pertini”.
LE PAROLE DEL MEDICO | Lo stesso Fierro che a proposito della morte di Cucchi nel 2009 dichiarava: «Rifiutava cibo e acqua. Noi medici non possiamo obbligare i pazienti a mangiare e a bere».
LA STORIA | È il 15 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi venne trovato in possesso di alcuni grammi di hashish, cocaina e antiepilettici (il giovane era epilettico). In conseguenza di questo venne decisa la custodia cautelare. Il giorno dopo venne processato per direttissima. Già durante il processo aveva difficoltà a camminare e a parlare e mostrava inoltre evidenti ematomi agli occhi. Nonostante le precarie condizioni, il giudice stabilì per lui una nuova udienza da celebrare qualche settimana dopo e stabilì inoltre che il giovane avrebbe dovuto rimanere in custodia cautelare al Regina Coeli. Dopo l'udienza le condizioni di Cucchi peggiorarono ulteriormente, e venne visitato all'ospedale Fatebenefratelli. Venne quindi richiesto il suo ricovero che però venne rifiutato dal giovane stesso. In carcere le sue condizioni peggiorarono ulteriormente. Morì all'ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009. Quindi l’inizio di un processo lunghissimo che si è concluso con la sentenza di primo grado di ieri
Giovedì 6 giugno 2013
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