Morte 17enne, Aloia si difende e rilancia

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Vallo della Lucania | il primo cittadino indagato perchè cardiochirurgo al «san luca»

Morte 17enne, Aloia si difende e rilancia

«Fatti diversi da quelli che si raccontano. Parlerò dopo l'autopsia»

di Nicola Salati

Antonio Aloia, sindaco di Vallo della Lucania e cardiochirurgo
Antonio Aloia, sindaco di Vallo della Lucania e cardiochirurgo

VALLO DELLA LUCANIA | «I fatti sono andati diversamente da quello che si sta raccontando in giro, ma non posso parlare fino all’esame autoptico di domani». Sono le uniche dichiarazioni che il primo cittadino di Vallo della Lucania Antonio Aloia rilascia sulla vicenda che lo vede indagato dopo la morte del 17enne Giuseppe Curto. Aloia ha ricevuto l’avviso di garanzia perché cardiochirurgo in servizio presso l’ospedale «San Luca» di Vallo della Lucania la notte in cui è deceduto il ragazzo di Futani.

GLI ALTRI INDAGATI | Tra gli indagati spunta anche il nome del medico che ha accompagnato il 17enne in ospedale dopo avergli fatto un’ecografia dalla quale si evinceva la presenza di liquidi alla gola: Luciano Trivelli. Gli altri sono: Bartolo Fusco, Antonio Passaro, Corrado De Martino, Anna Rosa Orlando, Natascia Vargas, Flavio Marrocco, Teresa Giuliani, Biagio Liccarolo e Antonio Polcaro. Intanto c’è attesa per l’autopsia che verrà effettuata domani mattina, alle 12, dal medico legale Luigi Mastrangelo incaricato dal sostituto procuratore Valeria Palmieri la quale conduce l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania e coordinata dal procuratore capo Giancarlo Grippo. L’avvocato della famiglia Curto, Antonello Natale, ha invece nominato come medico legale Giuseppe Consalvo.

LE PAROLE DEL DIRETTORE SANITARIO | Il direttore sanitario dell’ospedale «San Luca» Pantaleo Palladino ha invece voluto sottolineare: «Non ci sono indagini da fare perché i nostri medici hanno operato secondo le regole e fatto tutto il possibile per salvare il giovane. Purtroppo – ha proseguito – è arrivato all’ospedale in condizioni gravissime, tanto che già palesava una compromissione tra cuore e torace in pratica una pericardite. I sanitari – ha concluso – sono intervenuti immediatamente svuotando il pericardio, ma il cuore di Giuseppe non ce l’ha fatta».

Giovedì 4 aprile 2013

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