di Nicola Salati
SARNO | I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del capitano Giuseppe Ambrosone insieme a quelli della locale Stazione carabinieri a Sarno, alla località Foce, hanno apposto i sigilli di sequestro ai due impianti di biogas a digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica e calore, in corso di realizzazione su permesso a costruire rilasciato dal Comune di Sarno a richiesta, rispettivamente, di una società agricola del posto e di una società agricola con sede legale a Perugia.
AVVIO DELL’INDAGINE | L’attività di polizia giudiziaria, avviata anche a seguito di numerosi esposti presentati da associazioni ambientaliste quali Italia Nostra e Vas, eseguita dai carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo odierno in esecuzione al decreto del gip del Tribunale di Nocera Inferiore Paolo Valiante, è stata direttamente coordinata dal procuratore capo Giancarlo Izzo unitamente al sostituto procuratore Marielda Montefusco della sezione reati ambientali della Procura Nocerina.
LE NORME DI LEGGE DISATTESE | La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di garanzia a carico dei legali rappresentanti delle società interessate per le violazioni emerse in ordine ai reati previsti dal decreto legislativo n.152/2006 (Codice dell’Ambiente) e dal decreto legislativo n.387/2003 (norme relative alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) in relazione al Testo Unico in Materia Edilizia. Difatti i legali rappresentanti della società in questione sono indagati per le violazioni dell’articolo 279 del Codice dell’Ambiente relativamente alla immissione in atmosfera, in assenza di autorizzazione, delle sostanze gassose odorigene derivanti dallo stoccaggio dei cereali all’interno delle trincee e dei reflui zootecnici nella pre-vasca dei due impianti in località Foce di Sarno, nonché per la violazione dell’art.12 del decreto legislativo n.387/2003 (norme relative alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità) in relazione all’art.44/lett. b del Testo Unico in Materia Edilizia, circa la necessità, per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, di una autorizzazione unica rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione.
I CONTROLLI | In particolare, a seguito dei controlli eseguiti dai carabinieri del Noe ed effettuati presso gli impianti di biogas, è emerso che era stato installato ed attivato un deposito di 6.500 metri cubi circa di trinciato di mais, producente emissioni in atmosfera, in assenza della prescritta autorizzazione.
LE AUTORIZZAZIONI | Inoltre dalla conclusione degli accertamenti tecnici che ha eseguito il geologo per conto della Procura della Repubblica, con acquisizione documentale ed ispezione dei luoghi presso il cantiere per la realizzazione dei due impianti a biogas, è risultato che «a fronte della realizzazione di due impianti a biogas da digestione anaerobica per la produzione, ciascuno, di energia elettrica e calore con potenza elettrica di 999 kWe e termica al di sotto di 3 Mwt, per i quali risultano rilasciati due permessi di costruire dal Comune di Sarno», «appare evidente che non si tratta di due impianti di potenza pari a 999 kWe ma, di fatto, si tratta di un solo impianto di potenza complessiva pari a 1998 kWe e pertanto da autorizzare mediante autorizzazione unica ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 387/2003; infatti, si può facilmente osservare che i lotti di terreno dove sono in fase di realizzazione gli impianti sono praticamente contigui e sono stati acquistati dalle due società a mezzo di un unico atto di vendita; inoltre gli elaborati progettuali sono stati redatti dagli stessi professionisti (progettisti e consulenti) ed hanno la stessa veste grafica; inoltre l’istanza di permesso di costruire al Comune di Sarno è stata presentata contestualmente e le integrazioni sono sempre state consegnate contestualmente ed i relativi Permessi di Costruire sono stati rilasciati lo stesso giorno; infine la ditta esecutrice dei lavori è la medesima».
ARTIFICIOSA SUDDIVISIONE DI IMPIANTO | Di conseguenza, secondo la Procura della Repubblica, essendosi sostanzialmente realizzata in ipotesi investigativa l’artificiosa suddivisione di un unico impianto in due impianti contigui allo scopo di eludere la procedura per l’autorizzazione unica regionale, per la realizzazione degli impianti doveva ritenersi applicabile al caso in esame il comma 3 dell’art.12 del decreto legislativo 387/03, secondo cui «per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, vi è la necessità di una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione». Il giudice per le indagini preliminari, pertanto, accogliendo la richiesta del pubblico ministero che ha condiviso le risultanze investigative dei carabinieri, al fine di non consentire il protrarsi o l’aggravarsi del reato, ha ritenuto di disporre il sequestro preventivo di quanto descritto solo in relazione alla violazione dell’art.279 del decreto legislativo n.152/2006.
Venerdì 17 maggio 2013
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