di Nicola Salati
SALERNO | A metà della prossima settimana, per il troncone d'inchiesta del crac del pastificio Amato, Giuseppe Mussari, Franco Ceccuzzi, candidato a sindaco di Siena per il Pd, Marco Morelli, ex vice direttore generale del Monte dei Paschi di Siena e l'ex deputato salernitano Paolo Del Mese sono stati chiamati a comparire, per gli interrogatori, dinanzi al Tribunale di Salerno. Il gruppo Amato, per il pm Vincenzo Senatore, non aveva i presupposti nel 2006 per ottenere da Mps Capital Service un finanziamento di 18 milioni di euro. Il pastifico era già in forti sofferenze e prossimo alla chiusura. La dichiarazione di fallimento è arrivata poi nel 2011, ma nel frattempo la famiglia Amato costituisce una società immobiliare, la «Amato Re», controllata da una off-shore con sede a Malta, nella quale riversa una patrimonio, costituito da beni immobili per oltre 28 milioni di euro.
L’INCHIESTA | È su questo passaggio che la procura di Salerno ha aperto un'inchiesta, stralciandola dal filone principale della bancarotta fraudolenta ormai in fase dibattimentale. E dal 2006 partono le trattative per ottenere il finanziamento di 18 milioni di euro che avrebbero dovuto coprire l'investimento sulla riqualificazione e trasformazione dell'area del pastificio in un complesso residenziale e direzionale. Tra i beni della «Amato Re», l'ex opificio di via Picenza a Mercatello di Salerno, dove doveva sorgere il complesso residenziale progettato dall'architetto francese Jean Nouvel (valore stimato 12 milioni e 816 mila euro), la villa di Vietri sul Mare della famiglia Amato (stimata poco più di cinque milioni) e l'appartamento di corso Garibaldi a Salerno di quindici vani, il cui valore si aggira intorno ai 2 milioni e 800 mila euro. Il finanziamento viene concesso nel 2008, grazie all'intercessione dell'ex sottosegretario Palo Del Mese. Secondo il pm Senatore, la «Amato Re» fu costituita proprio per rastrellare finanziamenti, in totale 28 milioni di euro compresi i 18 erogati da Mps, sulla base di garanzie immobiliari insufficienti. E la società, i cui beni sono stati messi all'asta l'estate scorsa, sarebbe il fulcro della nuova indagine.
CECCUZZI SI DICE ESTRANEO AI FATTI | Franco Ceccuzzi, candidato del Pd come sindaco di Siena, si dice «totalmente estraneo» alla vicenda. Lo afferma in una nota l'ex sindaco e candidato primo cittadino. «Prima di tutto per me viene il bene di Siena. - afferma Ceccuzzi - Si tratterebbe di un episodio, solo una cena pubblica, che risale al 2006 e sul quale fornirò agli inquirenti, con estrema tranquillità, tutte le spiegazioni che riterranno utili ai fini dell'indagine. Ho grande rispetto e fiducia per il lavoro della magistratura, ma sono totalmente estraneo alla vicenda e sono altrettanto sicuro di aver agito sempre con onestà e nel rispetto della legge». Ceccuzzi sottolinea anche con fermezza «di non aver mai ricoperto cariche o svolto ruoli all'interno del Pastificio Amato e quindi sono ancora più convinto che, alla fine dell'iter giudiziario, quanto sto affermando emergerà in modo limpido. Ho informato tempestivamente il Partito e, personalmente, ho già maturato un orientamento, sul quale sto ragionando con il partito comunale, provinciale e regionale, nell'interesse prioritario di Siena e dei senesi. Nei prossimi giorni, con una conferenza stampa, comunicherò i motivi delle mie decisioni».
Venerdì 22 febbraio 2013
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