di Nicola Salati
ASCEA | Circa sedici milioni di euro per promuovere interventi urgenti per la protezione del fenomeno dell’erosione delle coste. Sono soldi che sono stati stanziati, attraverso la Legge Finanziaria 448/2001, per la costa cilentana che è a serio rischio erosione. In particolare la somma pari a 15.493.707 euro fa riferimento ai tutti i litorali che ricadono nel territorio nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, tra cui quelli più a rischio sono Pollica, Ascea, e Casal Velino. Ogni anno le mareggiate invernali portano via diversi centimetri di spiaggia, a seconda della zona, tanto che rispetto al 1955 (anno di partenza delle osservazioni cartografiche della linea di riva) alcune zone hanno registrato un arretramento notevole: basti pensare a Cala del Cefalo (-110,72 metri) e la foce del Mingardo (-102,72 metri). Dati molto preoccupanti non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico, visto che, per una località turistica balneare, la spiaggia è importante. Dei 97 chilometri di costa, che vanno dalla pianura pestana fino a Sapri, 44 chilometri sono spiagge tutte in stato di erosione irreversibile. Le cause del fenomeno sono da attribuire principalmente all’uomo che ha accelerato i processi naturali.
CAUSE EROSIONE | La costruzione del porto di Casal Velino, nella parte settentrionale della spiaggia, ha provocato per esempio l’erosione di circa 2,5 chilometri di spiaggia. Tra i Comuni di Casal Velino e Ascea sfocia il fiume Alento, il cui corso naturale è stato bloccato da ben 6 dighe e quindi buona parte dei sedimenti non arriva a mare. Se si allarga lo sguardo a Cala del Cefalo si nota che la causa dell’erosione di questa spiaggia sono: la variazione del clima e l’attività estrattiva. La costruzione del porto a Policastro è invece la causa dell’erosione che nell’ultimo trentennio si verifica tra lo stesso Capoluogo e Capitello d’Ispani. In questa zona sono presenti alcune opere di protezione costiera, risultate col tempo poco utili.
PARERE DEGLI ESPERTI | Ora arrivano questi finanziamenti che possono permettere di stoppare un fenomeno che sempre inarrestabile, anche se secondo i geologi presenti sul territorio il problema sta nel fatto che «chi interviene sul territorio non lo conosce e fa delle scelte azzardate. Bisogna smetterla di distruggere un potenziale enorme che abbiamo a livello naturalistico per cedere al turismo low-cost».
Mercoledì 27 febbraio 2013
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