Redazione Online
SALERNO | Fermate la tradizione cruenta dell’uccisione dell’agnello a Pasqua. L’appello che viene lanciato dalla Lega Anti Vivisezione e che è stato diffuso attraverso una lettera inviata a tutti i parroci di Salerno e provincia. «Siamo ormai prossimi alla celebrazione della Pasqua, - si legge nella missiva - un giorno di festa, di speranza e di salvezza per i credenti. Da secoli le generazioni si tramandano un simbolo per quel giorno, l'agnello, emblema di Gesù Cristo. Ma l'uccisione dell'agnello è un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di resurrezione che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza. È un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte. Dunque può oggi una tradizione arcaica continuare a perpetuarsi in un annuale sterminio di piccoli agnelli che, strappati alla nascita alle loro madri, soffrono l'inferno durante lunghi trasporti senza cibo, prima di arrivare al macello?»
UN PASSO AVANTI | Quello che chiedono gli aderenti alla Lav è un passo avanti nella storia: «Un'esortazione forte al rispetto di tutti gli esseri viventi che oggi sembra trovare maggiore eco con Papa Bergoglio il quale, scegliendo il nome del Santo di Assisi, richiama quello spirito francescano di umiltà, povertà, semplicità e di armonia col Creato. Uno spirito di amore universale per tutte le creature sull’esempio di Francesco. Caro Parroco, - si conclude la missiva - diffondiamo dunque questo messaggio d'amore nei prossimi giorni. Le chiediamo di fare una scelta e di promuoverla presso i suoi fedeli, Le chiediamo di far comprendere loro che non è necessario uccidere un agnello per sentirsi più cristiani, più vicini al Cristo risorto. Le basta poco, basta intanto dire no, io non mangerò l'agnello a Pasqua».
Giovedì 21 marzo 2013
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