Vallo della Lucania | processo mastrogiovanni, le parole dei familiari
La sorella: «Nessuna persona può essere trattata come Francesco»
di Nicola Salati
VALLO DELLA LUCANIA | «Come familiari continuiamo la lotta e così invieremo copia della sentenza ai presidenti di Camera e Senato in maniera da essere convocati dinanzi alle Commissioni Sanità dei rispettivi consessi per poter dire una volta di più che nessuna persona può essere trattata con tanta disumanità in un ospedale pubblico». A parlare è la sorella di Francesco Mastrogiovanni, Caterina, dopo che il presidente del Tribunale di Vallo della Lucania ha reso note le motivazioni della sentenza di primo grado con cui lo scorso 30 ottobre ha condannato per la morte del maestro di Castelnuovo Cilento i medici del reparto Psichiatrico dell’ospedale San Luca e assolto gli infermieri.
LE PAROLE DELLA SORELLA | «Purtroppo – ha proseguito Caterina – non possiamo presentare appello contro la sentenza nella parte che riguarda gli infermieri, questo per legge lo può fare solo la Procura ma in ogni caso abbiamo intenzione di proseguire la nostra lotta. Infatti – ha aggiunto – gli infermieri sono stati assolti ma dalle motivazioni emerge una impreparazione scientifica degli stessi che non sono stati condannati solo perché meri esecutori. In ogni caso tutto ciò non esime chi svolge l’attività di operatore sanitario da usare un pò di umanità nei confronti dei pazienti che gli sono affidati». La stessa Caterina poi ha ammesso: «La sentenza non ridà la vita a mio fratello, ma almeno gli restituisce un minimo di dignità che era stata completamente cancellata».
IL COMITATO | In merito alle motivazioni è intervenuto pure il presidente del Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni Giuseppe Tarallo: «In attesa di completare la lettura delle 190 pagine rimango stupefatto per le pene irrisorie inflitte ai medici, l’avvocato Valentina Restaino mise in rilievo come l'entità di queste pene corrispondessero al maltrattamento di animali, e per l'assoluzione totale degli infermieri, al di là dell'accertamento delle responsabilità individuali sicuramente differenti, ricordo a questo proposito l'intervento dell'avvocato della stessa Asl Bartolo De Vita».
Venerdì 3 maggio 2013