Baronissi | dati del report presentato dall’equipe del progetto «Mai Più!»
Vittime età media di 7 anni ed il 35% dei maltrattamenti in famiglia
BARONISSI |Vittima e carnefice seduti in stanze comunicanti, separate soltanto da uno «specchio magico» (o semiriflettente) come quello usato dalle forze dell’ordine per gli interrogatori e per il riconoscimento di sospetti da parte del testimone. Il minore da una parte. Il presunto pedofilo, dall’altra, che si riflette nella vetrata mentre prova a raccontarsi, magari convincendosi a non farlo mai più. Diciotto segnalazioni e 55 interventi nei primi due mesi di lavoro dell’equipe del progetto «Mai più!» relativo al trattamento dei minori vittime di abusi sessuali coordinato da Ivana Porta e finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento Pari Opportunità).
IL PRIMO CITTADINO | «È una grande sfida per la nostra amministrazione – ha sottolineato il sindaco Giovanni Moscatiello durante la presentazione del report svoltasi stamane – una responsabilità che gli enti locali dovrebbero assumere per creare una vera rete socio-sanitaria orizzontale in grado di definire reali percorsi di recupero e reinserimento dei minori. Abbiamo un dovere morale da adempiere per tutelare e proteggere tanti minori vittime di violenze sessuali, ed oggi con questo progetto innovativo la leva che abbiamo è quella di prendere per mano le vittime in un percorso di recupero e reinserimento: solo così possiamo restituire loro una vita normale».
LE SEGNALAZIONI | Nel primo bimestre 2013, l’Equipe Specialistica Multidisciplinare ha ricevuto e trattato complessivamente 18 segnalazioni ed ha effettuato 55 interventi specialistici. I segnalatori sono in particolare gli operatori sociali presenti sul territorio, gli avvocati, i docenti ed i familiari della vittima. Nel 42% le richieste di intervento sono state attivate in primis dai servizi sociali, a cui segue nel 28% dei casi la segnalazione da parte del genitore. Gli studi legali e i docenti hanno attivato il servizio nel 7% dei casi. Il numero dei professionisti dell’Esm, attivati per gli opportuni interventi clinici e di tutela nei confronti dei minori in condizioni di pregiudizio e in caso di sospetto abuso sessuale, è pari a 10: mediatore familiare, criminologo, psicodiagnosta, psicologo, psicoterapeuta, esperto in tecniche di diagnosi del bambino maltrattato e della famiglia, assistente sociale, tutore del bambino, avvocato penalista e avvocato civilista. Le richieste di intervento clinico, giuridico e socio-sanitario ricevute da parte dei segnalatori sono: valutazione psicodiagnostica del minore, valutazione psicologica del minore, mediazione familiare, terapia di sostegno al minore e alla famiglia, psicoterapia del minore e della famiglia, sostegno alla genitorialità, integrazione con l’Esm e consulenza legale.
LE STATISTICHE | Le segnalazioni pervenute all’Esm, nel primo bimestre di attività, riguardano minori con un’età media di 7 anni, solo in un caso, è interessato un minore di 3 mesi. L’età delle vittime registrate è quindi compresa tra meno di 1 anno e 15 anni. Il 57% dei casi è rappresentato da bambini di sesso maschile, di cui il 50% frequenta le scuole elementari, il 21% le scuole medie inferiori, il 14% la scuola dell’infanzia e nido, il 7% le medie superiori. Un dato rappresentativo è lo stato civile dei genitori dei bambini segnalati in condizioni di pregiudizio. Nel 78% dei casi, infatti, i genitori vivono un evento molto stressante, quale la separazione, che incide negativamente sul benessere fisico, psicologico e sociale del minore perché aumenta i fattori di vulnerabilità (o potenzianti) transitori di uno o entrambi i genitori e parimenti diminuiscono i fattori di compensazione (o protettivi) transitori e/o duraturi.
GLI AUTORI DELL’ABUSO | Delle segnalazioni pervenute all’Esm il 35% dei casi è ascritto a maltrattamenti in famiglia, nel 21% a presunto abuso sessuale ed il 7% da maltrattamento psicologico e violenza assistita. Gli autori della violenza: padre e insegnante. Si tratta di figure di riferimento molto vicine al bambino o al nucleo familiare: nel 64% dei casi il presunto reato è commesso dal padre. Nel 71% dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche e nel 14% a scuola.
Martedì 19 marzo 2013