Pagani | «linea d'ombra», cade l'accusa di mafia. ieri la sentenza del tribunale
All'ex sindaco di Pagani due anno e dieci mesi di reclusione
di Nicola Salati
PAGANI | Due anni e 10 mesi per Alberico Gambino e due anni e otto mesi a Giuseppe Santilli. Gli altri sono stati tutti assolti. È la sentenza «Linea d’Ombra» letta nell’aula bunker del tribunale di Nocera Inferiore dai giudici del primo collegio penale - presidente Allegro, a latere Valiante e Giocoli - da giovedì si erano ritirati in camera di consiglio. L'ex sindaco di Pagani è tornato anche in libertà ed è pronto a tornare in consiglio regionale.
IL PROCESSO | L’inchiesta ha teorizzato una commistione tra politica e camorra, a Pagani, è nata nell’aprile del 2011, quando il grande accusatore del processo, Amerigo Panico, denunciò una patita concussione alla procura ordinaria di Nocera Inferiore. A maggio dello stesso anno il pm Serrelli trasmise gli atti dell’inchiesta all’Antimafia, ravvisando possibili ipotesi di reato di competenza della Dda. Nel corso degli interrogatori di Amerigo Panico, infatti, era spuntato fuori il nome dei fratelli Michele e Antonio Petrosino D’Auria, figli del boss detenuto Gioacchino. Da qui la svolta nell’inchiesta, le intercettazioni telefoniche e le indagini chiuse dalla procura Antimafia con le ordinanze di custodia cautelare del luglio 2011 a carico dell’ex sindaco Gambino, dei fratelli Petrosino D’Auria, dell’ex consigliere comunale del Pdl, Giuseppe Santilli, dell’ex presidente della Multiservice, Giovanni Elettrico Pandolfi, dell’ex assessore massimo Quaratino, dell’ex direttore generale del Comune, Angelandrea Falcone, dell’ex dirigente del settore Qualità Urbana, Giovanni De Palma. Ordinanza in carcere anche per l’ex direttore del centro commerciale Pegaso, Giovanni Barone, il titolare della «Torretta Cave», Francesco Marrazzo, il presidente della Paganese Calcio, Raffaele Trapani, Antonio Fisichella e Guido Cutolo. La posizione di quest’ultimo e di Falcone è stata stralciata dal processo.
LE CONDANNE | Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di concussione aggravata dal metodo mafioso e voto di scambio politico mafioso. Ad avallare il secondo capo d’imputazione le dichiarazioni di cinque collaboratori di giustizia: Vincenzo e Alfonso Greco, Matteo Principale, Prisco Ceruso e Domenico Califano. Per Gambino e i Petrosino D’Auria l’Antimafia ha chiesto la condanna a nove anni, per Santilli e Pandolfi Elettrico sei anni e si mesi, per Marrazzo, Fisichella e De Palma cinque anni. Chiesta l’assoluzione per Quaratino, Barone e Trapani. La difesa, nel corso del dibattimento, ha più volte ribadito l’inattendibilità di Amerigo Panico - tra l’altro raggiunto da una misura di custodia cautelare in carcere per bancarotta nel corso del dibattimento - e dei collaboratori di giustizia.
Mercoledì 13 marzo 2013