Vallo della Lucania | parco nazionale del cilento, vallo di diano e alburni

In stato di agitazione gli operai

addetti alle lavorazioni agrarie

«Nonostante lavoriamo solo 51 giornate all'anno, non siamo stati riassunti»

di Nicola Salati

In agitazione i lavoratori agrari del Parco
In agitazione i lavoratori agrari del Parco

VALLO DELLA LUCANIA | In stato di agitazione i lavoratori del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni. Lo hanno proclamato e fatto presente con apposito documento inviato al presidente, Amilcare Troiano, e al direttore, Angelo De Vita, i dipendenti con rapporto di lavoro a tempo determinato che aderiscono al Sindacato Nazionale Autonomi Forestali.

LAVORAZIONI AGRARIE | «Si tratta – spiega il segretario provinciale Giovanni De Marco - dei lavoratori addetti alle lavorazioni agrarie ed alle manutenzioni delle aree e degli edifici di proprietà del Parco, lavoratori spesso anche addetti alle opere di pulizia degli arenili e delle aree invase da rifiuti e materiali incivilmente abbandonati nelle aree naturalistiche».

51 GIORNATE | Quindi di figure necessarie per il buon andamento delle proprietà dell'Ente Parco: «Questi lavoratori, che vivono di misere 51 giornate annue, - prosegue De Marco – sono danneggiati dal fallimento dei progetti di stabilizzazione avviati dal Parco e oggi protestano per la mancata riassunzione, non avvenuta per motivi inspiegabili».

STATO DI AGITAZIONE | Infatti secondo quanto riportato nel documenti ufficiale in cui si proclama lo stato si agitazione si legge: «Sono disponibili le risorse e le autorizzazioni ministeriali, non manca nemmeno una valida necessità di impiego anche perché bisogna constatare l'inoperosità sul territorio degli lsu dell’Ente ormai dispiegati nei tribunali, negli uffici dei Comuni, delle comunità montane e dell'Asl».

LA RICHIESTA | Quello che chiedono al presidente è invece «una urgente convocazione». In assenza di ciò si autoconvocheranno per venerdì 7 giugno, alle 9, presso la sede di località Montisani.

INDIGNATI | «I lavoratori sono indignati – conclude il sindacalista - sia per trattamento a loro riservato sia per le voci insistenti che vorrebbero appaltati i lavori ad aziende private; in questo leggono un ulteriore disimpegno dell’Ente nei loro confronti e del territorio, infatti ogni qual volta le imprese private si sono affacciate negli interessi del Parco, sempre sono stati favoriti trattamenti incivili ai lavoratori: è la storia delle Cooperative per la stabilizzazione, delle imprese di pulizia, delle innumerevoli ditte edili che hanno soltanto rapinato fondi e non creato decente occupazione».

Mercoledì 5 giugno 2013